lunedì, aprile 30, 2007
giovedì, aprile 26, 2007
Ogni singola inquadratura della vita ha un suo perché. Di questo ne era convinto. Ma non poteva permettersi il lusso di riflettere sulle combinazioni di ogni istante.
Camminava abbracciato alla sua ragazza per le vie del centro, stretto nella felicità di quel contatto.
Lei lo vide e s’irrigidì. Non sapeva fosse fidanzato. Lo vedeva ogni giorno mentre, alla solita ora, lui entrava nel bar per il primo caffè della giornata. Lo aspettava dalla vetrina del negozio nel quale lavorava, per poi andare di tutta fretta anche lei nel locale.
Modi gentili, educato, bei lineamenti; sì, a lei lui piaceva proprio.
Fu un’immagine che non si aspettava e che non voleva vedere quella che, purtroppo, aveva davanti. Lo scrutò un secondo ancora, "magari non è lui, ma uno che gli somiglia soltanto". Poi distolse, a fatica, lo sguardo: non si stava sbagliando.
Anche lui indugiò un secondo in più, quegli occhi avevano un che di non propriamente sconosciuto. “Che strano…ho la sensazione di aver già visto questa ragazza…ma dove?” pensò, mentre, inesorabile, l’obiettivo del tempo stava nuovamente allargando l’inquadratura del Caso sulle loro due vite.
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martedì, aprile 24, 2007
“L’anima è solamente un’insieme di terminazioni nervose; mi spiace deludervi, ma non esiste” disse lo scienziato. Poi continuò: “D’altronde pure l’amore lo si può spiegare come una serie di reazioni chimiche”. Rimasero tutti un po’ perplessi.
“Chissà se mi sa spiegare come mai sono così tanto innamorato di te” pensò lui, mentre cercava, tra gli altri, lo sguardo di lei.
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lunedì, aprile 23, 2007
Che strano sentire il figlio del professore di religione bestemmiare, solo per attirare l'attenzione.
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domenica, aprile 22, 2007
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sabato, aprile 21, 2007
Iniziò a ridere…a ridere di gusto, pensando all’inganno del tempo, a tutti quei problemi che non ci sono e che alimentiamo solo per trovare una scusa a noi stessi, quando non vogliamo nemmeno provare a realizzare un nostro sogno.
Fu un qualcosa di davvero liberatorio convincersi che la vita non è poi sempre così complicata, di come le gabbie mentali siano sì delle trappole, se uno volontariamente ci si infila, ma di come solitamente abbiano pure pareti di cartone, nonostante le sembianze di un muro.
In definitiva, mentre lo stomaco continuava a vibrare per le risate, ebbe chiara l’immagine di sé stesso con in mano un secchiello, accanto a un immenso castello di sabbia, che, giusto in quel momento, iniziava a sgretolarsi, in mezzo al deserto.
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venerdì, aprile 20, 2007
Che tristi gli addii mascherati da arrivederci… La sensazione di privazione, il distacco, la realizzazione che qualcosa cambierà nel quotidiano. La consapevolezza che sarà difficile tenersi in contatto perché la vita, gli impegni, il lavoro, noi stessi ci porteranno inesorabilmente qualche centimetro più in là. Arriverà il giorno in cui ci si potrebbe incontrare per strada e nemmeno conoscere.
È vero: l’amicizia non si misura in chilometri; e il non vedersi più come prima, ogni giorno, non è di per sé un ostacolo insormontabile alla volontà, se due persone ci tengono reciprocamente a quel che si è costruito.
Certo.. che strano guardare indietro e vedere come tutto sia stato naturale, senza imbarazzi né forzature, tutto tremendamente semplice; accorgersi di come questo, solitamente, quasi mai avviene.
La sensazione di empatia, quando si prova, mette i brividi, al punto che, quando si realizza che non la si potrà più provare, può lasciar spazio a un quesito del genere: meglio non aver mai conosciuto una simile persona, dato che non avrai più modo di vederla in futuro, o essere felice e riconoscente alla vita perché te l’ha fatta, per quanto poco, incontrare?
Visto che quasi mai abbiamo facoltà di scegliere, quando capitano queste opportunità, accettando i disegni del destino, del caso o di Dio, non resta che ritenersi fortunati, perché non a tutti è concesso un simile dono.
E, con tutta onestà, se avessi avuto la facoltà di decidere, avrei scelto, senza ombra di dubbio di incontrarti.
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giovedì, aprile 19, 2007
Ora sto cercando di capire se sia una giustificazione o meno pensare a come non si possa sempre discutere su qualsiasi argomento con chiunque ci provochi e di come, a volte, sia meglio soprassedere quando ci si rende conto, che in fondo, oltre a un litigio poco resterebbe.
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martedì, aprile 17, 2007
"Seconde te, le gocce di pioggia sanno volare o si lasciano semplicemente cadere?". Ci pensò un attimo, poi rispose "Cadere... credo che nessuno voglia volare solamente verso il basso...".
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lunedì, aprile 16, 2007
Tre onde solcano un mare di sogni. Una distesa immensa che ogni tanto provo a limitare con la razionalità. Dalla spiaggia non si vede l’altra sponda, mi addentro, non serve nuotare anche se non si tocca. Le tre onde mi spingono controcorrente, mi portano al largo...
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domenica, aprile 15, 2007
Camminavano mano nella mano. Nel primo pomeriggio di una giornata quasi estiva; poche altre persone avevano deciso di passeggiare in centro. Si fermarono, si scambiarono un bacio. Poi, nuovamente qualche passo. Lei, togliendosi gli occhiali da sole, chiese: “Esiste, secondo te, l’Amore eterno, quello che dura tutta una vita?”.
Lui, guardandola per capire il perché di una domanda del genere, con molta calma rispose: “Vedi, in realtà penso sia più importante vivere l’Amore intensamente, non pensare alla durata di una storia; una volta che hai dato tutto non hai rimorsi…”.
Lei, sorridendo e accarezzandogli il viso: “Ok, sono d’accordo con quel che dici” breve pausa “ma non mi hai risposto…”
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venerdì, aprile 13, 2007
Capirsi. Siamo una generazione di insicuri? Può darsi; in ogni caso, non ha senso generalizzare. Parlo per me, allora. Io vorrei soltanto diventare me stesso, nient’altro. Egoismo? Mah, in parte sì, ma non è questo il punto.
Assume davvero un’accezione negativa il bisogno di indagare un po’ più a fondo la propria persona? È un segnale di poca serenità il cercare un perché all’interno di noi stessi? Oppure è un passo necessario, il primo del percorso?
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mercoledì, aprile 11, 2007
Raccolgo con un elastico i capelli al vento perché ultimamente le nuvole si impigliano un po’ troppo spesso tra quei lunghi fili d’aria. Poi si mettono a piangere, le nuvole, se nessuno le scioglie in tempo. E il cielo diventa cupo e inizia a strillare. No, stasera non voglio la pioggia, non voglio ascoltare le imprecazioni dei tuoni, non voglio le scariche d’ira dei fulmini. Stasera mi vorrei concedere un tramonto tranquillo, di quelli sereni, di quelli noti.
Stasera, va bene così. E vabbè, dai, lo ammetto, stasera ti vorrei qui vicino, e non soltanto pensare.
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venerdì, aprile 06, 2007
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mercoledì, aprile 04, 2007
Un attimo di gioia, un minuto di sconforto, un altro attimo di incoscienza, ma solo sfiorato col pensiero. Diavolo di una vibrazione! Pensavo di non incontrarti mai più sulla mia pelle.
Fu questione di un momento.
Riprese il pieno controllo dei sensi, reprimendo quell’improvvisa, ingenua e inaspettata emozione.
I suoi noti problemi di cuore lo aiutarono a togliersi dall’empasse: “Un attacco improvviso di tachicardia, tutto qui. È il tempo, sta cambiando…” si giustificò, mentendo
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martedì, aprile 03, 2007
lunedì, aprile 02, 2007
No, non hai colpe, davvero non ne hai.
Ma credimi è difficile sentire un contatto un secondo prima e poi accarezzare l’aria, e basta. Ma - al diavolo la tristezza!, non aspettarmi; in realtà non riesco proprio a seguirti: te lo dico una sola volta, perché una sola volta ci riesco a dirtelo: visto che ne hai la possibilità, visto che per te è naturale, continua a volare!
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