lunedì, febbraio 21, 2011

Titolo: Autoritratto. Momento di lucida difficoltà.

Si accese la quarta sigaretta. Lo guardai aspirare in maniera decisa una boccata di fumo.
Poi riprese il suo discorso, momentaneamente sospeso.

“E a un certo punto si diventa schiavi. Schiavi del proprio lavoro, schiavi del quotidiano, schiavi della propria stanchezza. Ti resta quel peso sullo stomaco che sono tutti i tuoi sogni che si ammassano lì e sedimentano. Rimangono fermi nello stomaco, pesanti e spigolosi.”
Un’altra boccata densa di fumo. “Ho studiato tanto, facendo sacrifici, facendo fare sacrifici ai miei genitori. Mi sono sentito in debito con loro e ambizioso in un sistema in cui molte persone in gamba non ce la fanno.” “Ho sentito dentro una rabbia e una forza per cercare di emergere, per cercare di farmi valere.”

Lo guardavo e per certi versi mi ritrovavo dentro ai suoi discorsi. Lo potevo capire.
Però non volevo abbandonare i miei sogni, non volevo lasciarli cadere giù in fondo allo stomaco, non volevo ridurmi in schiavitù di un sistema che implode.
Pensavo al mio libro, alle pagine che continuavo a scrivere tutte le sere prima di prendere sonno, ai pensieri sconnessi che non pubblicavo più sul mio blog, ma che continuavo a buttare giù su pagine digitali.

“E sai la cosa buffa?” la domanda mi sorprese, mentre ancora ero perso nei miei pensieri.
“No” dissi io, o meglio, abbozzai con la testa scuotendola lenta.
“Ho smesso di comporre i miei brani di musica elettronica perché non avevo un software nuovo che mi avrebbe permesso di fare degli arrangiamenti in maniera più agevole…” si mise a ridere.
“In realtà il software era solo una scusa, una giustificazione che davo a me stesso per sentirmi meno in colpa. La verità era semplicemente che avevo smesso di sognare”.

Aveva ragione. In definitiva dovevo riappropriarmi di me stesso, prima di potermi riappropriare di tutto il resto. Si deve sempre partire da se stessi, poichè siamo l'inizio e la fine dei nostri sogni.

martedì, febbraio 08, 2011

Title: Someday, somehow.


In cerca di una parola magica, o di una soluzione. Di una formula, magari matematica.
In cerca di una citazione, di un sinonimo azzeccato, un'espressione convincente.
In cerca di una linea, un quadrato o qualsiasi altra figura, anche retorica.
In punta di piedi, per apparire formalmente all'altezza con le aspettative preposte.

sabato, febbraio 05, 2011

Title: Pensiero laterale. Evasione da un tentativo di risoluzione dei problemi. (Lateral thinking. Escape from trying to find solutions for many problems.)


Mi chiese: "Quanto tempo impiegherà un uomo a fare mezzo buco sul muro con un trapano, se ci mette un'ora per fare un buco?".
Risposi: "Mezz'ora..anche se risulta opinabile il concetto di mezzo buco..comunque mezz'ora".
Si mise a ridere: "Sei un pagliaccio. Se tu avessi riflettuto un attimo ci saresti arrivato. Prova a fare mezzo buco in un muro e chiedere a qualcuno cos'è. Ti risponderà: "Un buco" Mi pare evidente!
Poi riprese: "E quale sarebbe l'opinabilità in un concetto di mezzo buco?".
Risposi io: "Beh..poteva essere un terzo di un buco, mezzo buco, o tre quarti di un buco."