venerdì, dicembre 30, 2011


Tratteggiava il contorno di un cerchio ripassando più volte sullo stesso punto. Più e più segni a ispessire la linea, a creare un solco sulla carta.
Inconsciamente con la penna a sfera faceva quello che la mente stava facendo con quel pensiero: ci tornava continuamente sopra, lo ripassava, lo riprendeva nervosamente.
Toglierselo dalla testa era impossibile.
Era come sperare di rendere limpido il cielo soffiando con la bocca a pieni polmoni contro le nuvole.

Il volo procedeva tranquillo. Sconnesso da ogni forma di comunicazione, se ne stava lì a guardare negli occhi il cielo, mentre il sole stiracchiava i primi raggi, facendo perno sulla curvatura terrestre per spuntare all'alba.
Non gli era indifferente volare, ma ne era comunque affascinato.
In quei momenti di stupore, i suoi quasi 40 anni erano tali solo anagraficamente.

Poi, come la punta della penna riprese velocemente a ripassare la semi-curva del cerchio, così automaticamente tornò a pensare che stava tornando da lei.
Messo da parte l'orgoglio, messa da parte l'ambizione, stava tornando da lei.

giovedì, dicembre 29, 2011

Title: Moonlight

Sedeva lontano dalla finestra, ma poteva scorgere la nuova strada regionale e il traffico di ritorno, verso casa.
I fari delle auto disegnavano dinamici coni di luce che si intersecavano con i semicerchi gialli dei lampioni sull'asfalto.

Cosa rimane di una giornata vissuta come un passeggero?
Cosa lascia dentro la ripetitività di azioni troppo uguali le une alle altre?

Il nero del cielo esaltava una splendida luna, padrona della scena.
Si ricordava quel primo componimento, scritto a 10 anni, di getto, per gioco. "La luna, che nel cielo è la più luminosa, seguita da una scia di stelle, all'alba si riscopre umile."

Non aveva il carattere per essere una stella o la Luna, ma non voleva nemmeno essere un cono di luce proiettato da un lampione sull'asfalto.