martedì, agosto 02, 2011


Title: I'll waiting for you dear.


Era più bella che mai. Uscita dalla doccia lasciò cadere l'accappatoio e si guardò riflessa nello specchio, mentre ancora i capelli lasciavano qualche goccia d'acqua profumata dallo shampoo sull'asciugamano che aveva steso per terra.
Era decisamente sexy e desiderabile, nonostante un paio di chiletti in più, che però arrotondavano quel tanto che basta il fondoschiena da renderlo ancora più irresistibile.
Del filo di cellulite se n'era fatta una ragione, se ne infischiava di quella pubblicità in cui quel naturale inestetismo veniva bollato come malattia. Alla faccia del marketing e dei pubblicitari. Anche loro si sarebbero fatti un bel giretto su quello strato di cellulite, altro che malattia!

Poi vestendosi ripensò alla chiaccherata fatta durante la pausa caffè con i colleghi dell'amministrazione, due ragazzi e una ragazza davvero simpatici.
Avevano parlato di ferie, di mete esotiche, di villaggi turistici ed occasionali avventure.
Uno dei due ragazzi, un venticinquenne di bell'aspetto e consapevole di esserlo si era vantato delle notevoli occasioni che aveva avuto durante l'ultima vacanza.

Lei aveva ricordato come dai venti ai trent'anni era sempre stata fidanzata e tutte le vacanze le aveva fatte come coppia. Si era divertita ovviamente, ma non aveva potuto sperimentare quei flirt estivi che uno dei due ragazzi millantava aver fatto in gioventù.

Adesso aveva trentacinque anni ed era single.
Negli ultimi cinque anni aveva avuto modo di sentirsi donna per una seconda volta, dopo la prima fioritura in età adolescenziale, dove a fronte dei suoi diciotto anni sfoggiava un aspetto da donna.
Dopo i trenta aveva avuto un discreto numero di storie di breve durata e incontri occasionali con amici. Era stata con ragazzi più giovani, che la desideravano per sentirsi maschi, amante di mariti fedifraghi e padri di famiglia e compagna per uomini che nonostante lo spettro dell'andropausa sentivano pulsare ancora il sangue.
Non era solo attraente, era anche una discreta compagna. Materna e passionale allo stesso tempo, sfacciata e dolce. Quasi sempre apprezzata e desiderata anche perché non invasiva.

Si era saziata di maschi quasi per rivincita nei confronti del suo ex ragazzo. O meglio, lei alla soglia dei trenta sentiva di dover dare una svolta: aveva voglia di qualcosa di nuovo, aveva voglia di nuove esperienze, si sentiva emotivamente insoddisfatta.

Adesso invece sentiva che qualcosa stava cambiando. Sentiva che l'orologio biologico stava emettendo un ticchettio ben più percepibile. Non sentiva l'esigenza del matrimonio o di una relazione stabile. Quello non era affatto qualcosa di necessario per lei.
Sentiva forte il desiderio di un figlio, e sentiva che non poteva più aspettare.
Il suo corpo di donna e la relativa chimica le stava diffondendo quelle sensazioni con più insistenza.

Ogni tanto ci pensava. Chi sarebbe stato il padre di suo figlio? Non lo sapeva ancora. Non uno dei suoi ex amanti, tutti divertenti per un paio di notti, ma noiosi o problematici per viverci una vita intera.

In definitiva solo un ragazzo l'aveva veramente coinvolta. Si erano frequentati per un breve tempo, qualche anno prima e soltanto per otto mesi, poi lui si trasferì all'estero per una proposta lavorativa già accettata prima di conoscersi e non più ritrattabile.
Per evitare complicazioni decisero di lasciarsi e di bollare come un flirt quel bel periodo.
Bello, dai lineamenti maschi e con occhi azzurri che parevano fatti apposta per essere guardati e riguardati. Sentì un brivido ripensando al suo corpo atletico.

Con lui tutto era fantastico, e per questo lei aveva insistito in quella relazione, anche se sapeva che dopo poco sarebbe partito. Non poteva fare a meno di lui.
Di lui non ricordava solo le nottate, ricordava anche i pomeriggi e le mattinate trascorse assieme.
Era bello starci assieme, accoccolati sul divano. Dolce e ironico, ironico e brillante.
Era bello andare a cena con lui e stare a parlare con lui. Le piaceva che con lui poteva avere un dialogo che sottendesse anche una fase d'ascolto. In quei pochi mesi lui l'aveva davvero ascoltata, senza pretendere di dare consigli, soluzioni o inutili suggerimenti.

“Perchè non l'ho seguito?” si ritrovò a pensare, mordicchiandosi il labbro inferiore.
Lui gliel'aveva proposto più volte, ma lei non se l'era sentita.
Poi come a scacciare quel pensiero pensò a quanto le avevano detto le amiche e le persone più strette per rincuorarla della scelta, indubbiamente dolorosa: ”All'inizio è sempre tutto bello e tutti i ragazzi sono fantastici. Poi tutti cambiano, in peggio.”. Forse era vero, ma rimaneva quella stretta allo stomaco, quell'amore non bruciato che aveva continuato ad ardere nonostante secchiate di pragmatismo.

Rimaneva il fatto che lui sarebbe stato il padre ideale di suo figlio.
Guardò il notebook, ancora acceso. Aprì un nuovo messaggio di posta elettronica, richiamò il suo indirizzo email e gli scrisse di getto, in modo del tutto irrazionale: “Ciao, che tempo fa a New York? È ancora valido l'invito per una vacanza?”.

lunedì, agosto 01, 2011


Title: Empty boxes are fulfilled by dirty images.

Non era stato mai granché ordinato. Preciso e metodico nel lavoro quanto pigramente indolente nei confronti di tutto il resto. Forse per rigetto.
Stava cercando un vecchio numero di una rivista musicale, dove ricordava di aver letto di un gruppo di cui proprio non ricordava il nome. In quel momento era una sfida.
Le pile di mensili ormai ricoperti da polvere avevano la capacità di moltiplicarsi e saturare una stanza che solo due anni prima era talmente vuota ed essenziale da sembrare un ambiente di design.

Nella confusione della ricerca incespicò in una vecchia custodia di cd. Riconosceva bene quella custodia. Era inequivocabilmente legata alla vecchia macchina, dove l'impianto stereo era costituito da un vecchissimo sinto-lettore dotato di caricatore cd. La macchina era un catorcio ma quell'impianto era sempre stato un punto d'orgoglio per la qualità del suono.

Controllò il contenuto della custodia. C'era veramente di tutto. Gli veniva da ridere. Non avrebbe più ascoltato quella "roba", ma comunque era parte di un lui del passato prossimo.

Scorse velocemente i titoli dei cd, scritti a pennarello ed alcuni ormai sbiaditi. Trovò perfino la prima compilation masterizzata da lui, contenente vecchie canzoni dei Green Day, RHCP, Nirvana e Pearl Jam.

Poi trovò quel vecchio cd e si mise davvero a ridere.
Aveva tra le mani l'unica copia del primo demo, con le prime 4 incisioni in cui lei cantava. Quanti anni erano passati? 9, 10 anni? Boh! La scritta "demo V1" in pennarello indelebile nero rievocò vecchi contatti gettando un ponte nel tempo.

Non poté resistere, e dopo aver controllato che la superficie inferiore del cd non presentasse graffi profondi, lo inserì nel lettore ottico del Mac.

Partì la musica, aumentò di due tacchette il volume e si mise a sedere.

Ricordava perfettamente sia l'incisione di quel demo e l'emozione del primo ascolto, che il periodo dei concerti per e post incisione.
Lei seduta sullo sgabello, col microfono in mano, nei locali della zona. Quante volte le avevano chiesto di mettere la minigonna su quello sgabello, così da scoprire quelle splendide gambe. L'unica volta che mise una minigonna, e nemmeno troppo corta, lui si ricordò di come tutta la platea maschile si godette lo spettacolo sperando che il vestito si arrampicasse un po' più su, o di un accavallamento più audace. Lei sapeva che lui, anche se non lo dava a vedere, la voleva in minigonna, ma tutta per lui. Per quello il suo look da concerto era magliettina stretta con scollo a v e jeans.

Quattro canzoni per circa quattordici minuti di poesia in musica. Due canzoni di una bellezza pura, da ascoltare e riascoltare. Altre due valide, anche se non così ispirate. Più di maniera, meno impattanti da un punto di vista sonoro. Ma quella voce non si poteva ignorare, troppo calda e suadente.

Ascoltò due volte l'intero cd e poi estrasse il cd, senza copiare le tracce su itunes.
Lo ripose nella custodia dei cd.

"Chissà se canta ancora".
L'aveva rivista un paio d'anni prima, casualmente in un negozio d'abbigliamento. Che imbarazzo per entrambi. Lei col pancione, al settimo mese, solo un anno dopo che si erano lasciati.

"Spero di sì, era troppo brava". Sistemò la custodia nell'armadio.

Click. Sentì la serratura scattare. La sua ragazza era rientrata dal lavoro.

"Ehi..Bentornata! ..Come stai?" le chiese. "Tutto bene.. ma sono stanchissima..ho bisogno di vacanze!" rispose lei, lasciandogli il sapore delle labbra sulle sue, a seguito di un fugace bacio.