venerdì, settembre 29, 2006

E d’altronde se nel folle tuffo del cielo in mare cerchi di capire dove sia posizionato il trampolino, ed esamini minuziosamente, con la riga, la linea dell’orizzonte in cerca di improbabili sbavature, non avrai mai la possibilità di godere, intensamente e fino in fondo, di un abbraccio gratuito.

giovedì, settembre 28, 2006


Se io produco un oggetto con delle dimensioni standard il suo costo è per lo più standard.
Se io produco lo stesso oggetto, con dimensioni via via più contenute, il suo costo, e quindi il prezzo finale, aumenta sempre più in relazione alla miniaturizzazione.

Si mormora che la natura si sia profondamente indebitata quando ha realizzato il mio cervello: un prototipo dalle dimensioni estremamente contenute.

martedì, settembre 26, 2006

I colori sono sporchi di polvere sospesa, le stazioni passano. Il verde secco delle foglie si scioglie nell’intonaco scrostato delle fabbriche. Le sterpaglie, tra i binari di una linea morta, tratteggiano il tempo. Uno sguardo perso. I palazzi svettano, ma non incantano, lo stile non è tale quando è omologazione, i graffiti vivaci ma inconcludenti sono solo un segno indecifrabile che odora di noia più che di disagio, sulle pareti grigie del cavalcavia.

Il fischio di un treno, in direzione opposta, l’effetto Doppler che si manifesta.

La costruzione di un senso, che non c’è, se i frammenti raccolti, incoerenti e slacciati tra loro, sono tasselli incollati con noncuranza, sullo sfondo mobile della tela quotidiana.

Per questo, in attesa di una precisa linea guida, per puro divertimento, assemblo e incastro aspetti di per sé definiti, dando vita a momenti incauti di pura improvvisazione informale.

lunedì, settembre 25, 2006

Le auto. Sono loro il vero problema: traffico, inquinamento, incidenti. Ma che dico! La televisione, è lei la vera responsabile del degrado: plasma le menti e influenza i giudizi, sì, è lei la rovina. Anzi no è tutta colpa dei soldi. Sono loro il male della società, sono la variabile impazzita che sposta gli equilibri e le scelte. Sono il motore delle decisioni. Anzi no, è il potere che alimenta le ingiustizie. È il potere che chiama i soldi in una spirale duplice e continua.

Vabbè dai, almeno c’è un aspetto positivo: non è sempre tutta colpa dell’uomo.

sabato, settembre 23, 2006

Le mie ali sono di cellulosa, fragili e nemmeno simmetriche. La mia carlinga ha una struttura portante a base di pieghe manuali, eseguite senza alcun rispetto delle leggi riguardanti l’aerodinamica. Pensate che non ne sia a conoscenza? Per me sono particolari, francamente, ininfluenti. Tra un attimo, per la prima - e quasi sicuramente unica volta – spiccherò il volo. Per me questo conta. Sono stato estratto da una risma, dove molti degli altri 49 fogli miei colleghi hanno terminato la loro esistenza dentro un cestino, appallottolati. Qualcuno dopo essere stato stampato è attualmente piegato tra le pagine di un quaderno, o riposto in qualche archivio. Qualcuno ha avuto la fortuna di essere un messaggio personale importante e finire nel portafoglio o nell’agenda, dove verrà conservato gelosamente. Io sono stato quello a cui il destino ha sorriso: ho sempre sognato di volare, almeno una volta. Ebbene, anche se solo per pochi metri, il mio desiderio si sta per avverare.

venerdì, settembre 22, 2006

Ed è vero. Mettersi in discussione non mina l’autostima, non destabilizza il nostro equilibrio. Avevi ragione. Quanti cieli sono passati? Quante volte ha cambiato posizione il sole prima che me ne rendessi conto? Per quanto a lungo sono rimasto bloccato nella mia stupida superbia solo per difendere l’orgoglio? Quante bende davanti agli occhi, quanti graffi pur di non ammettere a me stesso che non sono sempre l’eroe buono nella storia, di cui pure sono protagonista. Ma non è mai tardi, questo no. I dubbi non sono solo tarli che rodono la tranquillità, sono la prima manifestazione di un cambiamento che chiede spazio, anche solo un’occasione. Mi sento meglio, il fatto di non dover più dimostrare di avere ragione nell’errore è un sollievo. Nessuno me lo chiedeva. Ero io a impormelo.

giovedì, settembre 21, 2006

Veramente, non sopporto l’ovvietà. Probabilmente perché ne sono il degno interprete. E sono già insofferente alla mia banalità che faccio fatica a sopportare anche quella che non genero direttamente.

mercoledì, settembre 20, 2006

Ho smesso di controllare l’oroscopo alla mattina prima di uscire di casa. Mi turbava. In compenso, ora, presto molta più attenzione a dove metto i piedi, quando cammino con la testa fra le nuvole.

martedì, settembre 19, 2006

Ora inizio a capire. La pioggia non c’entra, è solo un pretesto. A volte quel che sembra vero è solo quello che a noi fa piacere vedere. E quando tutto và in un’altra direzione è più facile fermarsi e aspettare.

lunedì, settembre 18, 2006

Sono solo in auto, è una notte senza stelle, ma con una luna che chiede insistentemente attenzione. La guardo un po’ di sfuggita, mentre controllo la strada. Dalle casse dello stereo la magnetica melodia di “Chicago” di Sufjan Stevens mi stordisce, mi ammalia, mi incatena. Caspita, difficile pretendere di più da una canzone. Lo so, tra una settimana o un mese ci sarà un altro brano musicale che mi farà stare bene come ce ne sono stati nel corso della vita molti altri. Lo so, è solo una composizione con vari strumenti, una voce e sette sole note, ma di più non voglio e non chiedo in questo momento.

domenica, settembre 17, 2006

Volevo avere il mio primo colpo di genio, ma scusate, proprio ora mi è venuto un terribile mal di testa.

venerdì, settembre 15, 2006

La vita. Il bello della diretta. L’emozione di un’immagine, per quanto poco irripetibile. A suo modo unica. Piacevole o meno, il montaggio non prevede tagli sulla pellicola, che si srotola sotto i nostri piedi, continuamente, senza pubblicità.

mercoledì, settembre 13, 2006

Tutto è già stato detto e fatto. Pensalo pure, d’altronde devi pure ingannare la tua mente.

Tutto è già stato detto e fatto. Ma che giustificazione dai al tuo stupore di fronte alla novità?

martedì, settembre 12, 2006

Maledizione di un sasso! Sempre la solita storia. Ti tiro e poi ritraggo la mano, con disinvoltura e abilità, senza che nessuno mi veda. E tu fai – apposta - un fracasso incredibile solo per richiamare l’attenzione.

domenica, settembre 10, 2006

Questo tipo di società è malata così gravemente che merita pietà: concordo con te.
E va bene mettere fine alla sua prolungata sofferenza, ma l'eutanasia non ti sembra un tantino drastica come proposta?

sabato, settembre 09, 2006

Annuncio choc da parte del tempo, il quale ha smentito categoricamente ogni tipo di relazione con lo spazio. “L’ennesima invenzione, dovuta all’irrefrenabile voglia di gossip dell’uomo” ha sentenziato stizzito il diretto interessato.

venerdì, settembre 08, 2006

Mettersi a pensare davanti a uno specchio non aiuta a riflettere meglio

martedì, settembre 05, 2006

Ore 18.00. Le auto attendono nervosamente il verde del semaforo. Pochi minuti e come sempre a quest’ora si forma una colonna di circa un chilometro. Io sono all’altezza della chiesa. Passa uno dei personaggi del paese, quei tipi un po’ strambi o perennemente ubriachi noti a tutta la popolazione del posto, in bici in direzione contraria alla mia. È in palese stato di alterazione alcolica, come sempre d’altronde (leggende metropolitane narrano che non usi l’acqua nemmeno per lavarsi i denti: voci a cui da adito sorseggiando il primo bicchiere di “bianco” della giornata già alle 7 e mezza di mattina al bar della stazione). Si ferma davanti alla Chiesa. “Signore, dove andremo?” legge col suo vocione baritonale, strascicando un po’ le parole, la frase scritta su un manifesto gigante, esposto sulla ringhiera che limita il sagrato. Zittisco lo stereo e abbasso completamente il finestrino, già in parte aperto. Sospira, poi sentenzia: “ beh, Signore…pensaci, io intanto vado al bar a bere un prosecco..” Nel tentativo di riprendere la corsa, manca incredibilmente il pedale rischiando una pericolosa caduta. Manifesta tutto il suo disappunto con una raffica di bestemmie. Già mi immagino un fulmine dal cielo che lo colpisce. Poi mi ricordo che il Signore è buono e perdona. O forse in questo caso, fortunatamente per lui, solo distratto.

Un colpo di clacson mi riporta alla realtà. Proviene dall’auto in coda dietro alla mia. Dallo specchietto noto l’impazienza del guidatore esplicitata tramite ampi gesti e un’altra scarica di bestemmie. “Che Dio ti fulmini!” penso all’istante, ma nemmeno stavolta l’Altissimo decide di intervenire…

Comunque se stasera ci scappa un temporale improvviso, di quelli carichi di pioggia ed elettricità, io di sicuro non mi meraviglio. Anzi, per sicurezza, stasera sto a casa.

sabato, settembre 02, 2006

Prendi dalla borsetta una penna e su un tovagliolo di carta inizi ad appuntare qualcosa. “Aspetta…” mi dici “solo un momento”. Annuisco, sorridendo. Ti guardo per un paio di minuti, avvolto dal forte volume della musica all’interno del locale. Con una mano ripari ciò che scrivi dalla mia vista. Qualche istante dopo alzi la testa, e con uno sguardo furbo che non so descrivere, strappi e mi porgi il risvolto su cui c’è scritto:

“E toglie ancora il respiro l’attesa, finchè non diventa consuetudine c’è poco da fare. Ma è felice la mia espressione, tesa di sicuro; non riesco a fingere noncuranza e questa agitazione un po’ me la godo. E il caldo si attenua, a settembre di sera, l’estate, insicura quest’anno, è quasi un frammento deposto in una canzone. D’amore, o almeno lo spero.”


venerdì, settembre 01, 2006

Le stesse sensazioni di un cerino acceso all’interno di una fabbrica di esplosivi…