giovedì, marzo 25, 2010

Title: No photo blue. Nimbuzz.

Stava per lascarle un bigliettino, piegato in due parti, non perfettamente simmetriche. Lo rilesse un'ultima volta.

"Ti sei persa nelle mie parole, nei miei piccoli scritti. Ma io non sono quelle parole. Sono molto di meno. Quelle parole sono il sedimentarsi lento di pensieri altrui riproposti e adattati. Sono un collage di letture ed esperienze, ma non sono altro che un derivato, un'elaborazione. Io purtroppo sono l'incoerenza che le genera e l'insicurezza che le fa crescere. Non sono molto diverso dalla moltitudine densa che ci attornia e che per niente disprezzo. Non sono di più e meglio, ma sono qui e adesso."

Sistemò la piega in modo da fare combaciare le due parti e glielo lasciò.

[Fede ha comentato]*
Lei si svegliò con il rumore della porta che si chiudeva. Si alzò, cercò di sistemarsi qualche ricciolo e andò in cucina. Lo vide lì, il nuovo bigliettino, appeso al frigo con una calamita. Sorrise pensando a questa cosa un po' americana, residuo del suo ultimo viaggio.
Lo lesse con calma, lo rilesse. Si soffermò un attimo ancora sul piccolo disegno che lui le aveva fatto prima delle parole cercando quel piccolo segno caratteristico: il pesce!
Le erano sempre piaciuti quei suoi piccoli scritti, le sue parole, i disegni. No, lui non era l'incoerenza, non era la moltitudine, quelli erano i suoi pensieri, la sua vita, il suo essere unico, qui e adesso.
Ripiegò il bigliettino su se stesso, facendolo combaciare con le pieghe che lui aveva fatto. Rivide quel piccolo ripensamento, una sorta di ricerca della perfezione e ci passò il dito sopra. Lui era già perfetto.
Prese la tazza con il caffè ancora fumante e si avvicinò allo stereo. Schiacciò il tasto play.
Relax, take it easy.

*grazie Fede!

mercoledì, marzo 24, 2010


Title: Meredith's doubt. Meredith's cube.

Vuotopuntosilenziospazio.Controventovirgola,comeilventopunto.

C'è qualcosa di surreale che non so spiegare e non voglio indagare. Spazio. Leggo quelle recensioni in cui si accusa lo scrittore o il regista di non aver dato spessore ai propri personaggi, di non aver indagato a fondo nelle loro anime. Un'esplorazione che faccia emergere le debolezze e le virtù.
Faccio fatica ad andare a fondo con me stesso, mi fermo appena due passi dentro.
Cerco però un sorriso e molto spesso lo trovo.
Credo ci sia un gran bisogno di questo, non a scapito di una ricerca interiore ovviamente.
(La confusione dei miei pensieri è data dalla volontà di non seguire un filo logico prestabilito. Mi scuso per questo).
A volte penso a quel foglio bianco e a quella gran voglia di riempirlo. Queste frasi slegate sono un pò come la volpe che diniega l'uva poichè non riesce a raggiungerla.
Credo che quella stessa volpe prima o dopo, magari aprofittando di una scaletta lasciata dal contadino, raggiungerà quei grappoli d'uva tanto desiderati. A quel punto scoprirebbe che l'uva non è un granchè, dal suo punto di vista.
Il contadino se la riderebbe, sorseggiando del buon vino.