domenica, dicembre 23, 2012


Titolo: Surf in'.

A me i bilanci non piacciono. Ho preso 29 su 30 nel primo esame di economia aziendale fatto all'università, ma sai, erano altri tempi. E comunque nonostante quel buon risultato, nutro sempre una certa avversione verso la condizione di fare il punto. Cosa che ogni tanto tocca fare.

Mi chiedo a cosa tu stia pensando in questo momento. Probabilmente che hai fatto bene, la cosa giusta. È quello che ti auguro. Alla fine il rammarico per una scelta sbagliata è un peso che uno si porta con sé a lungo. E peso dopo peso, sai, la schiena non ringrazia.

Io mi sento così uguale a me stesso, nel bene e nel male.
Capisco che ci sono cicli nei quali necessariamente uno deve passare. Io so già che questo ciclo di metamorfosi si concluderà con un apparente nulla di fatto. In realtà il cambiamento sovrascrive lo strato precedente, senza fare salvataggi, né punti di ripristino.

Non riesco a parlare di me. Lo sai. Scrivo un sacco, forse troppo, ma non parlo mai direttamente di quello che mi succede.
Scrivo a caso, usando quelle quattro parole che finora ho imparato, ma non ho ancora imparato a conoscermi a tal punto da capire dove sono ora. Figuriamoci se riesco a dirti dove andrò. Il 'dove andremo' non posso nemmeno immaginarlo.

Hai visto? Il pesce è tornato. Già. Pensavo fosse ancora impigliato in qualche rete, pronto per il cassetto dei ricordi. Invece. Invece è tornato. Lui. Dicono abbia personalità. Mi viene da sorridere. Anzi, mi viene proprio da ridere, sto ridendo.

Certe onde emotive sono come piramidi che sembrano franare, finché non capisci che le onde si cavalcano, con o senza tavola.

Non si smette mai di imparare, vedi?

sabato, dicembre 15, 2012

E niente. Tutto accade, quasi per caso, anche se in fondo sappiamo bene che non è così che funziona.

Tutto ciò che ci succede ci influenza, tutte le esperienze ci cambiano. Anche il non cambiare è un processo complesso.

E così mi ritrovo a pensare alla mia prima mostra. Io, che in fondo, non mi sento un artista, perché non lo sono.

Dovrei pensare alle bollette, alla casa, a un futuro da adulto. E invece. Invece capita che mi contattano per partecipare ad una mostra, a Roma, e mi pare la realizzazione di un sogno. I sogni di cui, spesso, tu parli.

Così riprendo la testa a posto, per rimetterla tra le nuvole.

E decido, d'istinto, di partecipare. A volte serve una chiave per aprire il cassetto, coi sogni dentro, a volte basta semplicemente tirare delicatamente la maniglia. Il cassetto, incredibilmente, è già aperto.

E adesso, sono in ballo, per cui si balla. Magari, qualche passo di salsa, torna utile, in questa vita.

Pare vero, eppure lo è.