giovedì, giugno 21, 2012

Non trovavo niente di meglio da fare che crescere. Come un arbusto, ma rendendomene conto.

venerdì, giugno 15, 2012

Le acconciature nei miei ricordi non erano poi così male. Le fotografie, ingiallendo, sono meno comprensive.

martedì, giugno 12, 2012

Mia cara malinconia, l’allegria può alzare la voce quanto le pare e piace.

La tristezza è un insetto in un ambiente sterile.
Da scacciare via, per non rischiare di contaminare tutto.

Snocciolare dubbi, buttando via il guscio esterno. Affrontare il problema andando al nocciolo della questione.

I personaggi delle fiabe sono quasi tutti inventati. E gli animali non parlano. Per cui è utopistico pensare che il bene trionfi sempre.

Le mie risposte sono ben disposte, prossime alla via d'uscita. Le mie domande sparpagliate ovunque, come libri e vestiti in camera mia.

Parlo e straparlo, tra barriere e bandiere. Le note che sentiamo siamo noi che vibriamo, dentro. Non serve silenzio attorno. Bastiamo noi.

sabato, giugno 09, 2012

Sono qui. Ovunque immagini.

venerdì, giugno 08, 2012

Se di vita si tratta, non controllare l’etichetta con taglia e prezzo.

mercoledì, giugno 06, 2012

Guardavo in alto.

Un cielo troppo trasparente sopra di me. Non volevo lasciare una traccia d'inchiostro per aria, visibile a tutti.

Ho aspettato la notte.

In controluce, sfruttando il bagliore della luna, forse riuscirai a leggere la dedica di ringraziamento che ti ho lasciato.

lunedì, giugno 04, 2012

“Non puoi colpevolizzarla. Non ha colpe e lo sai”.
Già, lo sapeva anche lui che su questo punto avevo ragione.

Gli rimaneva l’amaro in bocca, perché gli era sembrata abbastanza surreale la scena.
“All’inizio della vostra storia, per poco non vi lasciavate perché lei pensava che quando scrivevi le tue canzoni non ti rivolgessi a lei, ma a un’altra persona. Ricordi? Tu le dicesti che non poteva farsi i film in testa.
Forse questa volta sei tu che vai oltre e travisi la realtà.”

Vedevo che era un po’ nervoso.
Cercavo di farlo ragionare, di riportarlo con i piedi per terra.
Capivo che finire una storia, anche se durata poco, non è mai facile, ma stavolta mi pareva davvero esagerata la sua reazione. Mi aveva detto che quella ragazza gli piaceva, che all’inizio aveva fatto di tutto per lei, ma che si era reso conto non essere la donna giusta per lui. Anche lei da quel che capivo non aveva sentito quel qualcosa in più sbocciare dentro.
Me l’aveva detto poco prima che si lasciassero. E si erano lasciati in ottimi rapporti, o così sembrava.

“Lei può fare quel che vuole, vedere chi vuole e uscire con chi le pare e piace. Non siete assieme” Glielo dissi schietto.

Lui lo sapeva, ma vederli assieme, dopo così poco tempo dalla fine della loro storia gli era sembrato la chiusura di un cerchio, quel pezzo che mancava. Il tratto che fa più male.
Anche se non era scattata la scintilla che entrambi si aspettavano, saperla già con un altro ragazzo, con cui aveva avuto una storia in precedenza, lo faceva stare male.
In cuor suo sapeva già come sarebbe andata a finire. Già li vedeva mano nella mano. Lui era così: andava sempre tre passi oltre.

“Magari sono usciti così tra amici. E non è che per forza lo stava rivedendo quando stava con te. Forse sei un po’ ingiusto con lei quando pensi questo.”
Sapevo che era quello il punto dolente, il sentirsi sostituito in così poco tempo, come se nulla fosse stato.
Lui stava già pensando che per rivedersi subito dopo la fine della loro storia, qualcosa ci fosse già prima, quando ancora loro si frequentavano. Per questo si sentiva preso in giro da una persona che comunque riteneva importante.

Mi faceva tenerezza e in parte capivo la sua delusione.
Una volta mi era capitato di trovarmi in quella stessa situazione, a ruoli invertiti. Ero tornato con la mia ex, lasciando una ragazza fantastica, che però non amavo. E sapevo che quella ragazza aveva davvero sofferto quella situazione, perché si era sentita usata da me.

“Non è la prima volta che lasci o vieni lasciato. Ci sei già passato diverse volte e sai bene come funziona.
Fidati, lasciala andare. È meglio per entrambi. Se non eravate innamorati, lasciatevi stare.”
Poi per tirargli su il morale gli dissi “E poi dai, a te le ragazze non sono mai mancate! So già che ti consolerai presto”.

Mi sorrise. Avevo fatto breccia nel suo orgoglio di giovane uomo ferito.

“Mi spiacerebbe perderla come amica” mi disse. “Non ero innamorato di lei, come invece credevo all’inizio. Eravamo troppo diversi. Ma è una ragazza con cui mi sono trovato bene e che mi ha aiutato. E poi era decisamente bella!”

Si accese una sigaretta.

“Dopo queste due ultime storie, qualcosa è cambiato. Forse sto invecchiando, ma sento oggi più che mai di volere una persona con cui costruire qualcosa di serio.”

“Beh, se la smetti di essere così rompipalle e incontentabile quando stai con una ragazza, forse ce la fai anche” continuai io, mentre appoggiato alla ringhiera del terrazzino di casa sua, guardavo negli occhi il sole, in un tramonto estivo decisamente riuscito.

“Già..hai ragione.. Sai cosa? Dovrei trovare una compagna, o un passatempo, al mio io ipertrofico, così da lasciarmi in pace e permettermi di godere la vita con una ragazza, senza avere in testa questo assillo che rovina tutto.”

domenica, giugno 03, 2012

Che delusione.
Mi sento sconfitto, beffato.
Stasera sono scappato via.

Mi pare di essere in un tunnel in cui la luce della via d'uscita in realtà è solo un'immagine idealizzata.

Capisco tante cose, ma a poco mi serve capirle adesso.
L'esperienza non serve.

'Che beffa assurda, che idiota che sono stato'. Questi pensieri non mi lasciano stare.

Ricominciare, ripartire, guardare avanti.
Inizio ad avere male alle ginocchia a forza di rialzarmi.

'È il mio anno' si disse.
Forse si sono sbagliati.


Il tempo che passa.
Mi restano una serie di tramonti, in fila indiana, ormai lontani di spalle.

Attacco una conchiglia all'amplificatore per sentire ad alto volume il mare.

Sentirsi come il puntino sopra la i. Sperando di non cadere. Convincersi che non può accadere. Sulla carta almeno.

Togliere i propri scheletri dagli armadi, per fare posto ai cappotti.


Tra i due mali, preferisco il colpo di fulmine.
Adoro gli inganni brevi, ma intensi.


A causa tua il mio mondo non sarà più una sfera perfetta.
Lo trasformerò in un cubo, con gli spigoli vivi.
Almeno dove lo metto, sta.


Gli sguardi da interpretare. Brevi, ma un po' più lunghi del solito.
Distratti, ma più insistiti del normale.

Ai cuori di pietra auguro tanto muschio sopra.

A volte le attese dovrebbero imparare ad aspettare, prima di iniziare a spingere forte.