martedì, settembre 26, 2006

I colori sono sporchi di polvere sospesa, le stazioni passano. Il verde secco delle foglie si scioglie nell’intonaco scrostato delle fabbriche. Le sterpaglie, tra i binari di una linea morta, tratteggiano il tempo. Uno sguardo perso. I palazzi svettano, ma non incantano, lo stile non è tale quando è omologazione, i graffiti vivaci ma inconcludenti sono solo un segno indecifrabile che odora di noia più che di disagio, sulle pareti grigie del cavalcavia.

Il fischio di un treno, in direzione opposta, l’effetto Doppler che si manifesta.

La costruzione di un senso, che non c’è, se i frammenti raccolti, incoerenti e slacciati tra loro, sono tasselli incollati con noncuranza, sullo sfondo mobile della tela quotidiana.

Per questo, in attesa di una precisa linea guida, per puro divertimento, assemblo e incastro aspetti di per sé definiti, dando vita a momenti incauti di pura improvvisazione informale.

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