giovedì, novembre 02, 2006

Oggi, mezzo pomeriggio libero. Mi son concesso qualche respiro in più. Sono andato nella stanza dove sono custoditi i miei vecchi giocattoli, e l’intero armamentario di oggetti, libri e cianfrusaglie di quando ero bambino. Ho rivisto il mio peluche preferito, un panda di medie dimensioni, che da piccolo portavo sempre con me. È invecchiato. A dirla tutta è già tanto che sia ancora discretamente in salute e che non passi tutto il tempo a starnutire, data la quantità di polvere che inesorabilmente nel corso degli anni si è depositata sul suo folto pelo artificiale. Ci siamo guardati: non ho avuto coraggio di accarezzarlo. La sua espressione è ancora dolce e quasi più saggia. Penso sia stato felice di vedermi. Mi sono rivisto, come in un flash, mentre lo riabbracciavo da piccolo. Mi è venuta voglia di riabbracciare me stesso da bambino. E poi d’improvviso i ricordi di quel che ero mi son saltati addosso. Un filo di nostalgia, gli occhi un pelo più arrossati del previsto. E i sogni, i sogni di quel bambino abbracciato al suo peluche mi hanno sfiorato. Per qualche momento, nella penombra di quella stanza, la dimensione lontananissima di me stesso bambino si è sovrapposta a quella attuale.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

.....e se fosse l'ultima occasione della tua vita...

Né arte né parte ha detto...

...orami è andata e l'ho vissuta come l'ho vissuta...