sabato, novembre 18, 2006

Un’esplosione di primavera, in pieno autunno. I colori stanchi e tristi divengono accesi, si emancipano, bruciano di vita. Una pozzanghera sorseggia un analcolico raggio di sole e risponde riflettendo il cielo e oscurando il fango. Gli alberi attorno, nonostante la calvizie della chioma non si deprimono e non cercano di mimetizzare la caduta delle foglie con orribili riporti.

Nessuno finge uno stato d’animo che non gli appartiene, nessuno recita perché a nessuno è stata assegnata una parte.

La malinconia, quell’intrepida zanzara che ogni tanto, sibilando, tenta di pungermi sottopelle, oggi mi è stata alla larga, infastidita dall’aroma, per lei insopportabile, della serenità.
Non è successo niente di speciale, niente di così eclatante da scompaginare gli equilibri. Niente e nessuno ad alterare la percezione della realtà, i miei occhi sono quelli di ieri e saranno quelli di domani.

Oggi va bene così e sorrido questo sorriso che mi ha portato, chissà da dove, il vento.
Glielo restituisco, sperando che lo porti sulle labbra di chiunque abbia voglia di accettarlo.

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