Title: No photo blue. Nimbuzz.
Stava per lascarle un bigliettino, piegato in due parti, non perfettamente simmetriche. Lo rilesse un'ultima volta.
"Ti sei persa nelle mie parole, nei miei piccoli scritti. Ma io non sono quelle parole. Sono molto di meno. Quelle parole sono il sedimentarsi lento di pensieri altrui riproposti e adattati. Sono un collage di letture ed esperienze, ma non sono altro che un derivato, un'elaborazione. Io purtroppo sono l'incoerenza che le genera e l'insicurezza che le fa crescere. Non sono molto diverso dalla moltitudine densa che ci attornia e che per niente disprezzo. Non sono di più e meglio, ma sono qui e adesso."
"Ti sei persa nelle mie parole, nei miei piccoli scritti. Ma io non sono quelle parole. Sono molto di meno. Quelle parole sono il sedimentarsi lento di pensieri altrui riproposti e adattati. Sono un collage di letture ed esperienze, ma non sono altro che un derivato, un'elaborazione. Io purtroppo sono l'incoerenza che le genera e l'insicurezza che le fa crescere. Non sono molto diverso dalla moltitudine densa che ci attornia e che per niente disprezzo. Non sono di più e meglio, ma sono qui e adesso."
Sistemò la piega in modo da fare combaciare le due parti e glielo lasciò.
[Fede ha comentato]*
Lei si svegliò con il rumore della porta che si chiudeva. Si alzò, cercò di sistemarsi qualche ricciolo e andò in cucina. Lo vide lì, il nuovo bigliettino, appeso al frigo con una calamita. Sorrise pensando a questa cosa un po' americana, residuo del suo ultimo viaggio.
Lo lesse con calma, lo rilesse. Si soffermò un attimo ancora sul piccolo disegno che lui le aveva fatto prima delle parole cercando quel piccolo segno caratteristico: il pesce!
Le erano sempre piaciuti quei suoi piccoli scritti, le sue parole, i disegni. No, lui non era l'incoerenza, non era la moltitudine, quelli erano i suoi pensieri, la sua vita, il suo essere unico, qui e adesso.
Ripiegò il bigliettino su se stesso, facendolo combaciare con le pieghe che lui aveva fatto. Rivide quel piccolo ripensamento, una sorta di ricerca della perfezione e ci passò il dito sopra. Lui era già perfetto.
Prese la tazza con il caffè ancora fumante e si avvicinò allo stereo. Schiacciò il tasto play.
Relax, take it easy.
*grazie Fede!
Lo lesse con calma, lo rilesse. Si soffermò un attimo ancora sul piccolo disegno che lui le aveva fatto prima delle parole cercando quel piccolo segno caratteristico: il pesce!
Le erano sempre piaciuti quei suoi piccoli scritti, le sue parole, i disegni. No, lui non era l'incoerenza, non era la moltitudine, quelli erano i suoi pensieri, la sua vita, il suo essere unico, qui e adesso.
Ripiegò il bigliettino su se stesso, facendolo combaciare con le pieghe che lui aveva fatto. Rivide quel piccolo ripensamento, una sorta di ricerca della perfezione e ci passò il dito sopra. Lui era già perfetto.
Prese la tazza con il caffè ancora fumante e si avvicinò allo stereo. Schiacciò il tasto play.
Relax, take it easy.
*grazie Fede!