martedì, maggio 30, 2006

Capirmi, e di conseguenza amarmi, come persona, come essere umano: amarmi in maniera incondizionata, per essere termine di paragone nel momento in cui devo amare gli altri. Volermi bene in quanto uomo, non in quanto me stesso: scindere per quanto possibile la mia persona dalla mia essenza per criticare la prima ogni qualvolta mi accorgo di carenze, o di atteggiamenti correggibili, nel tentativo di migliorarmi continuamente e per esaltare la seconda, quella parte di me che mi accomuna a tutte le altre persone, a tutti gli altri esseri umani. In fondo penso sia questo il seme della tolleranza.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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