venerdì, maggio 19, 2006



pubblico per intero questo brano, non scritto da me, bensì da un mio caro "collega" d'università, uno di quei ragazzi che capisci subito che nella vita farà carriera, ma che la stessa vita ha deciso di metterlo improvvisamente e duramente alla prova... (il testo è tratto direttamente dal suo blog: http://ilmarkettaro.blogspot.com/)


"Ci sono momenti che pensi tocchino solo al tuo vicino di casa, al tuo amico per cui ti addolori o allo sconosciuto a bordo di un ambulanza che sfreccia mentre tu giochi al campetto e, ormai, nemmeno più giri la testa. Lunedi papà è stato male, molto male, è andato vicino a non tornare più. Ora sta ancora male ma il peggio sembra, incrociando le dita, scongiurato. In questi momenti capisci tante cose, capisci che preghi anche tu come gli altri, che il Signore ti ascolta, e anche se non ti ascolta tu gli parli, solo sul treno, e preghi, e quasi piangi ma devi farti e fare forza per pensare in positivo, pensare che non toccherà a lui, che è forte e ce la farà. Sono stati due giorni terribili, sono giorni ora difficili ma che, si spera, passeranno. Sembra banale ma è tutto vero. E' vero che le liti quiotidiane ci sembrano giustificate e l'ira utile, è vero che il 25 all'esame ti lascia scontento, è vero che ti arrabbi con la ragazza e dormi male. Ma è vero anche che quando vivi certe cose tutto passa in secondo piano, non c'è ragazza, non c'è amico e non c'è voto. Capisci che sei stupido, capisci che se qui, per caso o meno, per vivere quelle sofferenze che pensi non vivrai mai, perchè sei giovane, perchè mamma è sana e papà è forte. Perchè "poveretto quello...", ma non pensi mai che tocchi a te, l'ospedale, l'elicottero, l'ansia, il tremito del cuore, il tuo per il suo. E preghi, per forza, e raccogli le parole di un dottore che sa di aver operato una persona che al 60% sarebbe morta. Ma non lo è. Che sa che l'operazione ha un ulteriore 15% di rischio, ma è andata bene. Che sa che le 48h successive sono critiche. Sono passate. Papà non è ancora sveglio ma io so che ce la farà, so che ogni ora è un passo verso il suo ritorno, le sue battute e i suoi silenzi, i suoi misteri e i suoi guai, ma anche il suo realismo e la sua gioia, il suo essere mai normale, troppo attivo, eccessivo forse, ma sempre fuori da quegli schemi che uccidono l'anima, proprio lui che ha lottato con quelli che uccidono il corpo, sta ancora lottando ma deve farcela e ce la farà. Queste righe sono per dire a lui che gli voglio bene e che lo aspetto, e per dire a chi legge che la vita va vissuta pensando che i proverbi della nonna (basta la salute) sono in realtà meglio di qualsiasi claim di grido, e quando capisci che queste cose esistono, e anche tu sei papabile, capisci che tante volte perdi la testa per cose che valgono niente. Da una cosa del genere si imparano tante cose, il marketing può aspettare, tutto quello che avete fatto 10 minuti fa avrebbe potuto aspettare, forse questo spiega perchè a volte sorridere per niente fa bene, perchè il niente significa assenza di sofferenza, e la sofferenza toglie sorrisi, parole e fiato e da consapevolezza, realismo e triste incredulità. Ma la speranza, quella ci guida, e forse con la speranza dei tanti che hanno pregato per lui papà ce l'ha fatta a superare quei momenti, e ora gli manca poco per restituire a tutti quel sorriso che manca già da troppo tempo, forza papà."

"forza papà di Giorgio e forza Giorgio!"

1 commento:

Giorgio Soffiato ha detto...

grazie gian! ci sono persone che capisci subito che hanno una marcia in più, e ce l'hanno nella strada della vita, le deviazioni per inseguire finte carriere o false luci lasciano il tempo che trovano, e i fatti di questi giorni ci dicono che il tempo quando vuole è feroce e ti si impone addosso, speriamo ora sia galantuomo nel lasciar procedere papà per quella strada che ha imboccato, pare che, fortunatamente, al bivio abbia scelto bene, abbia scelto di stare tra noi.

Giorgio