giovedì, maggio 18, 2006



Dimostrazioni d’affetto e attenzioni spontanee per suffragare l’ipotesi che i nostri incontri siano consapevoli scelte, dettate dalla volontà d’esserci e dall’esigenza di un contatto da preservare, e non circostanze propizie a colmare il silenzio della solitudine. Non c’entra il bisogno, l‘espediente è la consapevolezza d’incontrare qualcuno con cui condividere volentieri il cammino mettendo in comunione noi stessi, quella stessa consapevolezza che ci fa spogliare dei veli che rivestono la nostra persona. Il cambiamento non è una scusante, gli impegni non sono un limite invalicabile per la volontà, il tempo non manca mai a chi sceglie di non farselo mancare. L’amicizia non esige continue prove, semmai alcune conferme.

Il quotidiano incedere ci può separare, ma non ci riveste di veli, se noi non lo vogliamo.

E fino a quando riuscirò a scorgere controluce i tuoi pensieri mi presenterò nudo all’appuntamento con te, e continuerò fino a quando il gelo della tua indifferenza non mi farà rabbrividire, solo allora, mio malgrado, raccoglierò da terra quei veli e comincerò a vestirmi.


Mi sembra d’essere tanto distante,

le parole, i gesti

non sono solo frammenti

interpretabili a seconda dei momenti.

In che senso siamo cambiati?

Me lo chiedo,

mentre vivo, senza accettare,

gli ultimi istanti

di un’amicizia dalla fine triste,

una fine che fa male

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