giovedì, maggio 25, 2006



Quella fu una serata molto piacevole, anche se entrambi eravamo abbastanza stanchi.

Arrivai in piazza puntuale, nonostante le difficoltà nel trovare un parcheggio: mentre mi avvicinavo mi chiedevo se sarebbe effettivamente venuta all’appuntamento: temevo fortemente che mi arrivasse un messaggio sul cellulare, del tipo, “scusa ma sono molto stanca, non ce la faccio proprio, ci vediamo un’altra volta, promesso! Baci” per cui quando la intravidi sotto il portico, beh, mi sentii profondamente sollevato.

Lei stava parlando con alcuni ragazzi, rallentai il passo sperando che il tempo e lo spazio si dilatassero per far sì che quei ragazzi se ne andassero prima del mio arrivo: vederla scherzare con loro, vederla sorridere mi faceva stare male due volte: la prima perché quel buonumore lo dissipava prima del mio arrivo, e in seconda battuta perché era ancora più carina che in treno.

Lei mi vide qualche metro prima di arrivarle appresso: salutandomi mi regalò un sorriso e un bacio sulla guancia.

Liquidò con garbo i ragazzi, mi disse che erano ex compagni del liceo, e ci incamminammo verso un’enoteca poco distante. Le gambe tremavano, ma il vento e l’aria fredda non c’entravano, avrei tremato con la stessa intensità in qualsiasi stagione e con qualsiasi sole; notai subito quel filo di trucco, i jeans stretti, i capelli sciolti: non era una ragazza appariscente, aveva uno stile e un’eleganza innata nei gesti, nel modo di camminare e di porsi, che mi mettevano quasi a disagio… sì, era abbastanza evidente: mi piaceva proprio...

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