martedì, giugno 06, 2006

Di fronte a una vetrina, in pieno centro la vedo, mi blocco. “Ma… sei proprio tu?”

Saranno passati tre anni, lei era la fidanzata di un mio amico: l’ultima volta – e come dimenticarselo! - era in estate, una sera al mare, quel suo miniabito azzurro una tentazione troppo forte: non si poteva proprio fare a meno di rubare con lo sguardo qualche centimetro di pelle, attenti a non farsi scorgere. Era la più bella, la più ammirata. Quella sera fu l’ultima volta che la vidi: tra lei e il mio amico c’erano chiari segnali di crisi e nel giro di qualche settimana la storia, non senza qualche scossone, terminò; poi lei cambiò compagnia e, salvo qualche messaggio iniziale, non la sentii nemmeno più.

Si volta, mi fissa, lo sguardo diventa dolce “da quanto tempo…” poi aggiunge “certo che sei cambiato, ti sei fatto molto più uomo…sul subito non ti avevo nemmeno riconosciuto…”.

Anche lei è cambiata, se possibile è ancora più bella, più donna. E che strano effetto, vederla così, dopo tutto questo tempo e soprattutto… “non dirmi che lui è…” e lascio sospeso il resto della frase.

“Eh sì!” annuisce e guardandomi assume un’espressione di felicità che, giustamente, non riesce proprio a dissimulare.

“Fai “ciao” allo zio…” e prende delicatamente la manina angelica dello splendido bambino che tiene in braccio, che con i suoi occhioni spalancati, in tutto e per tutto simili a quelli della madre, e la bocca socchiusa, nel frattempo mi scruta curioso, e gliela fa leggermente oscillare con un movimento assimilabile ad un saluto…

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