sabato, settembre 02, 2006

Prendi dalla borsetta una penna e su un tovagliolo di carta inizi ad appuntare qualcosa. “Aspetta…” mi dici “solo un momento”. Annuisco, sorridendo. Ti guardo per un paio di minuti, avvolto dal forte volume della musica all’interno del locale. Con una mano ripari ciò che scrivi dalla mia vista. Qualche istante dopo alzi la testa, e con uno sguardo furbo che non so descrivere, strappi e mi porgi il risvolto su cui c’è scritto:

“E toglie ancora il respiro l’attesa, finchè non diventa consuetudine c’è poco da fare. Ma è felice la mia espressione, tesa di sicuro; non riesco a fingere noncuranza e questa agitazione un po’ me la godo. E il caldo si attenua, a settembre di sera, l’estate, insicura quest’anno, è quasi un frammento deposto in una canzone. D’amore, o almeno lo spero.”


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