martedì, dicembre 19, 2006

Fermo a un passaggio a livello, aspetto, altro non posso fare. Il cielo grigio non dà spunti interessanti, solo un aereo graffia l’aria bruciando un po’ di spazio vuoto. Nessun rumore esterno solletica la mia attenzione. Mi ritrovo a pensare alle solite cose, come tutti immagino, in quei minuti spenti difficilmente impiegabili, perché troppo brevi per favorire lo sviluppo di un’azione e troppo lunghi per riuscire a stemperare l’incedere lento dell’attesa. Uno sguardo allo specchietto retrovisore, non c’è nessuno da scrutare.

Poi, una sola parola – colpevole - di una canzone, captata senza volerlo poiché nemmeno stavo ad ascoltare e mi perdo in una successione di scatole cinesi, incatenate in una sequenza mai più percorribile a ritroso. Mi trovo immerso in un fluido denso, in cui rimango invischiato: penso che devo ancora rispondere a due mail e a un messaggio, che ne dovrei inviare altrettanti, che non mi faccio mai sentire con alcune persone. Che ritardo sempre quando devo dare delle risposte, che non mi decido mai ad affrontare determinate questioni e decisioni. In qualche minuto il cielo diventa più malinconico che grigio e tutto s’ingarbuglia. Non ne esco mai quando mi intrufolo in certe onde che si avvolgono a spirale a stringere le mie tempie e non capisco più se sono stato io a infilarsi o se sono state loro (le onde, non le tempie). Che poi, non è che non voglia rispondere o che abbia interesse a tenere sospese certe questioni: solitamente penso tutto il giorno a una risposta adeguata, formulo più varianti nella mia testa, per non rischiare di essere banale, mentre il becco del picchio martella la mia coscienza, sottolineando che sta passando troppo tempo. Eppure. Eppure ogni volta è la stessa storia. E poi, come nei rotoli di carta da cucina dove ogni foglio è legato a quello precedente e a quello successivo, tutte le lacune e le debolezze della mia persona affiorano e io non riesco a dare il colpo secco per porre fine alla sequenza.

Immagino che se prendessi uno specchio e iniziassi a scrivere, con un pennarello indelebile, i miei difetti sulla sua superficie, a un certo punto l’immagine riflessa sarebbe solo uno sfondo in movimento disturbata dall’invadenza dell’inchiostro. Devo cambiare, devo migliorare: nelle intenzioni, credetemi, la consapevolezza c’è tutta. Sarebbe bello mettere il tappo a quel pennarello, sfilare un po’ di cotone imbevuto nell’alcool e sciogliere un po’ di parole scritte su quel vetro. Non è così semplice, altrimenti lo starei già facendo…

Lo sferragliare delle ruote sui binari interrompe il flusso dei pensieri. Fortunatamente passa il treno e posso ripartire.

6 commenti:

Fede ha detto...

Non c'è solo quell'aereo che compie l'azione di graffiare l'aria..anche tu lo stai facendo con la tua autosima..!!Quell'ipotetico specchio sicuramente non sarà invaso dall'inchiostro dei tuoi difetti ma semplicemente rifletterà la tua immagine. Immagine che tu tenti di nascondere dietro a mille versioni di risposte, più o meno adatte alle varie situazioni che ti si presentano, e che non lasciano spazio al tuo genuino pensiero.
Lascia che sia solo il cielo ad essere ingarbugliato e permetti al sole di brillare da te..

Né arte né parte ha detto...

ciao Fede! il post che ho scritto è un pò
malinconico in effetti, e ti ringrazio per le belle parole. bella l'ultima tua frase del commento... in ogni caso penso che a tutti capiti quanto ho descritto...no? a volte ti senti un pò deluso e ti sale la voglia di cambiare..il giorno ti vai benissimo così... d'altronde sono del segno dei gemelli..anche se non credo in queste cose...

Anonimo ha detto...

Si hai ragione...non è così semplice; ma i difetti sono difetti solo quando eviti di riconoscerli...ho l'impressione che se osservassi lo specchio a lungo i tuoi difetti diventerebbero solo caratteristiche...tue....personali....non aperte all'interpretazione di terzi! E alla fine ti renderesti conto di aver conosciuto una persona nuova.
Buona ricerca, Gian....e (come al solito) stupendo post!

Anonimo ha detto...

Credo che Neo abbia ci abbia colto... anche i pregi, poi, a ben vedere, sono tali quando uno evita di riconoscerseli...
Ciao D

Né arte né parte ha detto...

Ciao Neo_S e ciao Diego!
non lo so... concordo con voi quando dite che i difetti, come pure i pregi, tratteggiando la personalità di ognuno, sono caratteristiche stesse di una persona. però a mio avviso un tirchio è un tirchio, un indeciso è un indeciso, un ritardatario è un ritardatario: son caratteristiche, ma sono pure difetti. Non è che sono ossessionato dai miei difetti o altro (non mi piace piangermi addosso in cerca di pacche sulle spalle), ma a volte capita di pensarci su, un pò più del solito, magari fermi a un passaggio a livello... e dire "caspita, basterebbe poco per non passare per un insensibile..."

Anonimo ha detto...

OH!!!! qua tocchi un tasto dolente! (volevo scrivere un post su questo argomento... e forse in fututo lo farò) L'insensibilità ...
L'insensibilità è solo una caratteristica (negativa o positiva..dipende da che valore decidi di dargli) che mi aiuta alcure persone a sopravvivere (a quanto pare rientri pure tu in questo club) la persona che manca di sensibilità non è meglio o peggio della persona che dice di non sapere disegnare. E solo quello...uno, non sa guardare, analizzare e agire...l'altro, invece, non sa guardare, analizzare, e agire ... noti differenza?
N.B. I difetti vengono attribuiti da terze persone, cioè:
Un tirchio è un tirchio quando gli chiedi soldi
Un indeciso è un indeciso quando gli fai una domanda ...
Ciao