mercoledì, gennaio 31, 2007

Ma un po’ di spirito critico ce l’hai dentro quella testa?” mi fa lei senza giri di parole. “ti facevo più sveglio, più pronto… invece, scusa se te lo dico, la tua intelligenza è utile quanto una porta antipanico chiusa a chiave quando c’è un incendio…” la guardo, non voglio raccogliere la provocazione, non m’interessa lo scontro. Ormai da qualche anno, quelle quattro volte in cui per sbaglio ci si trova, si finisce sempre col litigare, ma oggi non ne ho proprio intenzione, sono di buon umore e non mi voglio rovinare la giornata a causa sua. “Non mi ero mai accorto che le porte antipanico avessero delle serrature interne…pensavo si potessero chiudere solo dall’esterno…non si smette mai d’imparare…” la butto là, tanto per sdrammatizzare, tanto per dire qualcosa di simpatico e smorzare i toni. Ma l’ironia non viene percepita, anzi nella sua testa diventa subito sarcasmo. Mi guarda con due occhi da lupo affamato, mentre un sorriso amaro le compare sulle labbra. Si avvicina di appena un passo e rimane a circa un metro da me. “è impossibile parlare con te, impossibile, io…io… lasciamo stare…meglio che stia zitta…”. Spero sia di parola. Purtroppo non riesco proprio a trattenermi – giuro che lo volevo – e accennando la migliore delle mie espressioni me ne esco con un: “Guarda che ci conto!”.

6 commenti:

mugnolo ha detto...

Ci contiamo!

Anonimo ha detto...

Eh sì, certe volte vien proprio da rimpiangere la cara vecchia clava ;-)
D

Né arte né parte ha detto...

eh sì,per qulcuno/a la parola non è un dono, è un castigo..

Alanis ha detto...

hai classe.. complimenti ;)

Né arte né parte ha detto...

>>> alanis: troppo gentile!

Alanis ha detto...

no, sincera.
buon fine settimana!