lunedì, gennaio 14, 2013

Sai, c’è sempre quel momento in cui prendi coscienza. Di solito serve una crisi, a volte basta un’esperienza totalizzante.

Mi sono perso in me stesso. Ho avuto la possibilità di farlo, di lasciare all’esterno la quotidianità, il moto continuo nel quale siamo onde influenzate dalla luna delle nostre routine.

Ho staccato la spina di un mio giorno qualunque. Una deviazione dal canonico orario d’ufficio di quello che devi per forza fare ed essere.
È stato come un viaggio interiore, breve ma intenso.

Ho approfittato di un pretesto per prendermi del tempo, per me. Sì, potresti dire che sono scappato e che tanto, prima o poi, si deve fare i conti con la realtà.

Già. Hai ragione.

Ma vedi, a volte, allontanarsi non è soltanto prendere tempo. A volte, uscire non è una fuga, è semplicemente un tornare a sé stessi.

2 commenti:

LissAndCurl ha detto...

...e magari scoprire che, dentro, si è cresciuti così tanto che prima o poi l'involucro ne darà avvisaglia. Così, però, strappando un giro alla ruota di tanto in tanto, non potremo dire di esserne sorpresi.

ecoarcobaleno ha detto...

l'affrontare il dolore, le paure, i sensi di colpa...l'unica via d'uscita per vivere. Credo sia più facile scappare da se stessi convinti di appartenere al reale che viaggiare dentro noi stessi, senza maschere e limiti, alimentandoci delle nostre fragilità e così crescendo. Cordiali Saluti Rosa Maria Di Lauro