sabato, agosto 05, 2006

Le parole d’altronde a che servono? Ne estraggo qualcuna a caso, le lancio in aria, sopra la mia testa per poi aprire la bocca, per provare a beccarle con la punta della lingua. Le sciolgo, le assaporo. A volte ci gioco come solo i bambini sanno fare. A volte le lascio libere di vagare; a volte non le trovo, specie quelle più comuni, tipo ”..sei speciale, ti volevo ringraziare..”. Queste, dinnanzi a te, proprio non vogliono uscire.

1 commento:

Anonimo ha detto...

amo la semplicità con cui scrivi...
prova a far uscire quelle parole,in modo che quella persona possa sentirle e magari ricambiare..
aspetto prossimo post...
baci michelle