venerdì, settembre 01, 2006

Le stesse sensazioni di un cerino acceso all’interno di una fabbrica di esplosivi…

4 commenti:

Né arte né parte ha detto...

“La vita è quel che ti succede mentre pensi ad altro”. Ammetto la mia ignoranza: non ho la più pallida idea della paternità di questa affermazione, so solamente che la condivido in pieno.
Né arte né parte è nato per caso 5 mesi fa: come si può notare dai primi post, inizialmente non c’era nemmeno una linea guida, perché il tutto è nato per gioco senza alcun tipo di programmazione.
Oggi “Né arte né parte” è il mio ombelico. Pur senza una direzione precisa questo blog mi ha permesso di capire che scrivere è ciò che mi fa star bene. Non so come spiegarlo. No so se quello che scrivo possa essere interessante o meno e/o piacevole o meno: so solo che comunicare un mio pensiero, raccontare un aneddoto o svelare qualche particolare potenzialmente interessante è quello che mi piace fare; in altre parole: mi appaga.
Purtroppo chi scrive prima o poi sente il desiderio di rendere pubblico ciò che ha prodotto: una frase non vuol morire in un foglio di carta o memorizzata in una sequenza di un codice binario. Vuole avere una possibilità: di essere letta, condivisa, amata, contrastata, rigettata. Né arte né parte assolve questa funzione nella mia vita. Non è esibizionismo, sia ben chiaro, è solo un inenarrabile bisogno di comunicare. Per anni quelle frasi le ho tenute nascoste, vergognandomi talvolta di quel che scrivevo o del solo fatto di appuntare su un pezzo di carta delle impressioni: scrivere mi sembrava un interesse infantile o prettamente femminile. Questa barriera mentale l’ho demolita: per questo sarò sempre grato al mio blog e a chi mi ha incoraggiato in tal senso.
Non so quanti al di là dello schermo vengono a leggere ciò che scrivo: chiunque voi siate, vi ringrazio, anche solo di un passaggio di tanto in tanto. Un ringraziamento a tutti coloro i quali lasciano commenti, testi e poesie, tutti meritevoli d’attenzione: scusate se non rispondo quasi mai: ma sappiate che, grazie delle “tracce” che lasciate, voi alimentate il mio sogno.
…e un grazie anche al mio amico, ma sì, il pesce, il protagonista indiscusso delle mie produzioni grafiche, che starà sulle scatole a molti, ma che ormai è la mia personalissima e fidata mascotte: anzi di più, sta divenendo il mio alter-ego virtuale (quest’anno non ci son riuscito, ma la prossima estate sfoggerò le prime t-shirt marchiate “Né arte né parte”, assolutamente fuori commercio ma con un logo e uno style inconfondibile…).
Grazie a tutti!
Gian
P.S.
Ammetto di pensare a una estensione di “né arte nè parte”: la mia idea sarebbe quella di traslare il blog all’interno di un sito, dove chiunque possa contribuire con le proprie produzioni a
far nascere a un movimento online di giovani o meno, appassionati di scrittura e della vita, in tutte le sue declinazioni. Mi piacerebbe, inoltre, aprire successivamente la porta a qualsiasi tipo di produzione: grafica, visiva, multimediale, audio… e dar vita a una piccola comunità on-line. Oggi tutto questo è utopia, domani non è detto.

Né arte né parte ha detto...

dimenticavo... ho messo a disposizione un a mail "nearteneparte@gmail.com" per tutti quelli che preferiscono comunicare con me in via privata.

Giorgio Soffiato ha detto...

Questa idea è valida, e la tua è l'età in cui alle idee bisogna dare un seguito, come uno scienziato che plasma il suo androide, chi se ne frega dei conti che ci stanno dietro e delle notti a pensare sull'ingegneria dei suoi passi, l'importante, alla fine, è che l'androide abbia preso vita

Né arte né parte ha detto...

più che altro l'illusione diventa recriminazione se non le dai un seguito e io preferisco illudermi, ora come ora, piuttosto che recriminare tra un paio d'anni... ( P.S: ti ringrazio pubblicamente per avermi fatto scoprire il blog come mezzo di comunicazione!!)