lunedì, dicembre 04, 2006

(7)

Alla fine non glielo disse. Cercò più volte di avvicinarsi, di arrivarci per gradi ma niente, non c’erano varchi e quando si aprivano improvvisi, lui indugiava.
A un certo punto lei gli chiese spiegazioni relativamente al suo comportamento. “Sei diverso con me ultimamente. Non so come spiegarmi, ma ti sento più lontano. Sembra quasi che tu voglia evitarmi. Non ti più fai sentire, perché?”. L’uomo non si rende conto, e non vuole capirlo, che la donna ha il dono innato di percepire la rottura di un equilibrio nell’anima di una persona: sente quella vibrazione insolita, nota subito il fatto di non saper reggere uno sguardo, avverte una oscillazione, anche se lieve, nel modo di fare. La donna ha questa sensibilità: non sempre ne intuisce le cause, ma difficilmente le sfuggono questi segnali.
Lui si irrigidì: la tensione lo teneva sotto scacco. Poteva dirle il motivo, o almeno farle intuire che le dinamiche del loro rapporto erano cambiate, che lui non la considerava più solo e soltanto un’amica. Tutti i discorsi provati e riprovati dov’erano finiti? Non ne sentiva nemmeno l’eco. Le pareti dello stomaco erano di legno, il cuore letteralmente in gola. Abbassò lo sguardo. Gli venne a mancare il coraggio. Oppure… oppure nemmeno lui sapeva cosa, fatto sta che giustificò il suo comportamento con scuse verosimili alle quali lei non credette fino in fondo, ma che accettò come tali. Lei, in ogni caso, intuiva e provava sincera tenerezza per il disagio di lui. Sviò il discorso, per evitargli ulteriore imbarazzo: era la prima volta che lo vedeva così in difficoltà nei suoi confronti. Lei gli accarezzò delicatamente il volto: “Hai la barba un po’ troppo lunga…” disse con un sorriso dolce.

Ormai il ghiaccio era rotto: gli atteggiamenti e le parole, da parte di entrambi, si fecero molto intimi e confidenziali, ma senza mai arrivare a un punto di non ritorno: riemersero ricordi, aneddoti, episodi passati assieme, alcuni dei quali davvero molto intensi. A quel punto non c’erano più barriere né schermi. Lei, allungando una mano sul suo braccio in una ricerca di contatto, gli disse che lui era molto importante e che non voleva perderlo, che avrebbe fatto di tutto per portare avanti la loro amicizia. “Fa sempre piacere sentirselo dire” pensò questo e glielo disse, aggiungendo “Sì, anch’io ci tengo a te”. Qualche parola ancora, poi uscirono dal locale. Nel parcheggio non c’era anima viva. Si abbracciarono e rimasero abbracciati a lungo. Gli occhi di entrambi erano umidi, le palpebre chiuse a trattenere un’intraprendente lacrima. La luna, in cielo in una notte senza stelle, rimase in silenzio. Tanti frammenti di momenti passati assieme, tanti piccoli segreti soffocati in quell’abbraccio così intenso.

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