lunedì, gennaio 22, 2007


Ho voglia di cambiare, davvero. Ma da bravo insicuro, sto ancora scegliendo quale parte di me abbandonare per prima.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Non so da dove ti vengono queste frasi Gian, ma sono eccezionali!! Come vedi un po' alla volta (molto lentamente!!) mi sto facendo coraggio :-)
Continua così!!!

Anonimo ha detto...

i cambiamenti...devono essere drastici...perchè sennò ti prendi solo per il culo...e comunque...un consiglio...abbandona l'insicurezza per prima cosa, Ciao ;)

Anonimo ha detto...

A me invece sta cosa che in fondo nessun vuole (riesce) realmente cambiare è proprio piaciuta... mi sa che soffro (drammaticamente) dello stesso problema, anche se come dice Neo_S forse si dovrebbe essere più drastici ;-)
D

Né arte né parte ha detto...

>>> ciao Elisa! grazie della visita e finalmente ti sei decisa a lasciare un commento...! un segnale di cambiamento?!

>>> ciao Neo_S. in linea teorica sono d'accordo con te, su tutta la linea. nella pratica, non è un qualcosa di così razionale, ed è difficile da attuare solo con la mente e il pensiero . abbandonare l'insicurezza: come si fa? è come dire a un emotivo di stare calmo, a un pauroso di essere duro, a uno smemorato di ricordarsi le date. Ci sarà sicuramente un modo, forse la vita stessa me lo insegnerà, ma non è affatto facile. Però accetto volentieri
critiche e commenti, e ripeto: sulla carta hai perfettamente ragione.

>>> Ciao Diego: sì, forse la volontà cozza proprio contro se stessa a volte...forse non è volontà, forse è paura...e sì, forse, anzi sicuramente si dovrebbe essere più drastici ( e decisi)

P.S: TANTI AUGURI FEDE!!!

Anonimo ha detto...

Abbandonare l'insicurezza non significa abbandonare la paura di sbagliare, significa fare una scelta consapevole che potrebbe anche non essere quella giusta. Però si fa! se l'emotivo deciderà di provare ad essere calmo, prima o poi ci riuscirà, se ad un pauroso si infonde un pò di autostima, prima o poi gonfierà il petto, se ad uno smemorato si daranno degli stimoli per apprendere, prima o poi le date importanti le ricorderà...e così via...

Anonimo ha detto...

Comunque, per quanto mi riguarda, non è paura di cambiare, anzi... ma una sfacciata affezione nei confronti di me stesso, nel bene e nel male!
Ciao D

Né arte né parte ha detto...

>>> ciao nick! Grazie dell'intervento. non dico che sia impossibile, ma vedo altamente improbabile che con la sola volontà uno riesca a recidere un aspetto radicato in sè. Uno può anche decidere di provarci, e a seconda dei casi riuscirci. Ma chiaramente è solo un mio punto di vista.

>>> Diego...mi sa che hai azzeccato il senso del post: Ma c'è realmente la voglia di cambiare?

Anonimo ha detto...

Certamente sono punti di vista, però personalmente, ciò che non condivido è proprio questa inerzia, l'essere ignavo fino in fondo, la passività con cui alcune persone vivono le relazioni con gli altri, questo eterno rimandare, ma quand'è che si cresce così???

Né arte né parte ha detto...

>>> nick, lascia stare il rapporto con gli altri,è uno step successivo. Personalmente credo che uno possa imparare ad ascoltare, a limare l'impulsività, a contare fino a dieci prima di parlare, a controllare un pò l'emozione, ma mai fino in fondo. Dopo, alcuni difetti diventano per sè stessi "cararatteristiche" [ne avevo già parlato in un altro post] anche se personalmente, credo che rimangano comunque dei difetti.
Comunque hai perfettamente ragione sul rimandare: io sono uno di quelli da te descritti: rimando sempre e infatti, mi sa che non sono cresciuto, e sia chiaro, non me ne vanto.