venerdì, marzo 30, 2007
giovedì, marzo 29, 2007
Iniziò a sfiorare l’acqua con le dita, solo per il piacere di vedere la superficie liquida incresparsi con una carezza.
“Da cosa sono rappresentato? Dalle mie parole, dalle mie scelte, dai miei pensieri, dai miei paradossi o dai miei compromessi?”.
Si girò verso di lei, ma senza attendere risposta. Sorrise a entrambi.
No, non pensai alla sua domanda, almeno non subito. Ero rapito dai cerchi concentrici che scivolavano via, finalmente liberi, dal punto di contatto tra la pelle e l’acqua: i suoi polpastrelli avevano infranto lo stato di tensione che li costringeva a una quiete forzata: in quelle leggere oscillazioni ci potevo leggere tutta la sua immensa voglia di evadere dall'introspezione. Conoscevo bene la sensazione stretta, altrimenti detto bisogno o necessità, di condividere un paio di punti interrogativi, per dare respiro all'anima.
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11:34 PM
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mercoledì, marzo 28, 2007
“Adesso è già passato, ma non nei miei pensieri”. Tienimi un po’ compagnia, resta qui, al mio fianco. Il silenzio è bianco, è vero, non costa niente, forse, ma consumiamolo assieme.
”Mi aspetterai, come l’altra volta, quando senza dire una parola, ti sei fermato quell’istante in più fidandoti di chi o che cosa, che ancora non so?”. No, non so, cioè sì, sì, non vorrei attendere, ma qualcosa mi tiene quel secondo in più.
“Adesso è già passato, ma non ancora nei miei pensieri, ti prego, resta”. Stavolta, però, te lo chiedo io.
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domenica, marzo 25, 2007
A un certo punto si trovarono soli nella stessa stanza. La prima volta dopo l'ultimo, fugace, incontro. Stavolta non era neppure programmato. Lui si alzò quasi di scatto, si guardò attorno, nemmeno fosse un ladro e appoggiò con forza le labbra sulle sue di lei."Lo vedi che mi desideri?". Glielo disse subito, sfidandolo. "Mi desideri talmente tanto che nemmeno riesci più a trattenerti... Hai perso tutte le inibizioni, tu mi vuoi.."
No, questo era troppo. Lui voleva illudersi ancora di poter controllare la situazione, anche se, palesemente, non era più così: lei lo stava dominando, nei pensieri e nell'istinto.
Poi... "No, non è che ti desidero, stai pure tranquilla. é che avevo le labbra secche. E questo" disse estraendo un tubetto di burrocacaco "purtroppo l'ho finito giusto stamattina".
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venerdì, marzo 23, 2007
"Ma perchè io nei tuoi pensieri devo stare scomoda? Perchè mi sento come se fossi uno sbaglio?".Lei scrisse queste parole su un post-it.
Lui trovò quel messaggio solo molti mesi dopo. Ma ormai era troppo tardi.
"Perchè non me l'hai mai detto o fatto capire?".
Aggiunse questa domanda, sotto alle altre due di lei, come se fosse una risposta, con calligrafia incerta, a matita.
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mercoledì, marzo 21, 2007
Nel vento rimase impigliata la lirica del suo sorriso. Guardò in alto, sole o luna poco cambiava, a lui interessava quell’insenatura di cielo dove l’aria stava portando il sorriso suo di lei. La sua ricerca era una folle interpretazione della felicità, qualcuno diceva questo.
A lui sinceramente non importavano quelle voci - non tutte le persone possono capire, pensava - lui inseguiva quel sorriso perché qualsiasi altro sorriso, in qualsiasi altro volto, era e sarebbe stato sempre, solo e soltanto, una semplice canzone stonata.
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lunedì, marzo 19, 2007
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venerdì, marzo 16, 2007

Un abbraccio intenso, di spalle. Qualche passo assieme. Un riquadro in un'oscillazione. Tanta voglia di vivere...
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giovedì, marzo 15, 2007
Solo e solamente un sorriso. Nient'altro? Forse un dubbio. Anzi, sicuramente un dubbio. No, non ho voglia di impegnare il mio tempo per non essere costretto a non pensare, e non ho nemmeno voglia di aspettare che quel dubbio si dilati per poi esplodere. Come una porta che non si chiude bene, non posso attendere oltre, non posso rischiare di rimanere fuori.
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martedì, marzo 13, 2007
Propongo, a chiunque abbia voglia, di trovare la soluzione - cioè X - alla seguente equazione letteraria:
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lunedì, marzo 12, 2007
Dicevano che dovevamo star zitti. In fin dei conti loro si sono sempre accontentati delle risposte, non hanno mai preteso delle spiegazioni. E chiedevano semplicemente che noi facessimo lo stesso. “Accettate le risposte così come stanno, le motivazioni non le capireste comunque, siete troppo giovani.”. La richiesta di non approfondire in questa direzione non era esplicita, ma le loro espressioni scontente dinnanzi ai nostri dubbi rivelavano disagio.
Ci spiace, ma se davvero le sovrastrutture della società stanno cadendo, la colpa non è della nostra moralità, o della nostra presunta pochezza. Se davvero quelle sovrastrutture stanno cadendo è perché le risposte, alcune davvero impotenti di fronte alla trasparenza dei fatti, non ci possono più bastare, così come stanno. Non mettiamo in dubbio che quelle risposte siano vere. Chiediamo solo che ci venga spiegato il perché.
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7:23 PM
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domenica, marzo 11, 2007
Parte che sa di arte e poesia. Due anime che si sfiorano e si cercano. Le stesse sensazioni, la stessa voglia di guardarsi negli occhi e sorridere, lo stesso desiderio di scoprirsi, venirsi incontro, lasciarsi andare. Due vibrazioni sulla stessa frequenza, due onde che si riassumono nello stesso mare, in direzione della stessa spiaggia.Lei percepiva questo, ogni volta che se lo sentiva accanto, fosse solo per qualche minuto. Ma per difendere l'equlibrio della propria vita, certe verità che partivano da dentro, dovevano per forza risultare false, senza ulteriori chiarimenti, senza nemmeno il beneficio del dubbio.
La mente ingannava il cuore che fosse per forza uno sbaglio.
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venerdì, marzo 09, 2007
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